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Vases

Shapes come out through a largely subliminal process, not very accessible to the conscience. Sometimes the wood dictates the form. Other times I start from a prior idea, but without knowing where it will end nor how. I feel what needs to be removed and what needs to be left. Thus it happens that the shape is generated during the process, it is exactly determined among all the possible infinities forms. There is no right, but the exact: a game between the infinite and the limits of the imagination, a dance between these two elements which slowly becomes a shape. Each vase is the result of a dialectical confrontation between everything that could be and what one can imagine. The sense, the style is to shift the position of what we perceive as a limit every time a little.

Le forme nascono per via di un processo per buona parte subliminale, poco accessibile dalla coscienza, certe volte è il legno a dettare la forma, altre volte si inizia da un punto senza sapere dove si finirà e come. Si sente cosa va tolto e cosa va lasciato e quale sia tra tutte la forma giusta. Accade così che la forma si genera durante il processo, si determina tra tutti gli infiniti possibili.
Non c’è il giusto, ma l’esatto: un gioco tra l’Infinito e i limiti dell’immaginazione, una danza tra questi due elementi che, lentamente, diventa forma. Ogni vaso è il risultato di confronto dialettico tra tutto ciò che potrebbe essere e quello che si riesce a immaginare. Il senso, lo stile è spostare ogni volta un poco la posizione di ciò che percepiamo come limite.